MESE DI MAGGIO – MARIA MADRE DI DIO

Parlare della Madonna si deve!

E’ troppo importante! Senza di Lei lo stesso Cristianesimo manca di qualcosa.

Un protestante convertito ha detto che il “Protestantesimo muore di freddo, perché manca di una madre!” E poi la gente, da noi, vuole ancora bene alla Madonna (forse più ancora che a Gesù Cristo: e c’è qualcosa di importante, anche in questa stortura!).

La gente subisce il fascino della Madonna!

I poeti, una volta, cantavano la donna e ad essa si ispiravano!

Oggi, forse, la donna non è più tanto agli occhi nostri quella creatura angelicata di un tempo: o forse noi siamo diventati più difficili, e guardiamo più in alto e puntiamo quindi verso “la benedetta fra tutte le donne!”

Ma voi capite subito che per i cristiani tutto questo non basta!

Noi infatti abbiamo un concetto preciso della devozione, che ci viene proposto e spiegato dalla Chiesa.

Questo concetto suppone la devozione come mezzo, non come fine. Il fine è la santità: il mezzo, lo strumento al raggiungimento del fine, è la devozione.

Noi siamo devoti ad esempio della Madonna per imparare, sui suoi passi, la difficile arte della santità! Allora, evidentemente, non basta parlare “comunque” della Madonna.

Anzi, semmai il parlarne troppo è forse di ostacolo al parlarne bene; sarebbe meglio allora sacrificare la quantità alla qualità.

Quando, subito dopo il Concilio, il celebre teologo protestante Karl Bart ebbe a dire ad un amico teologo cattolico: “Finalmente, se Dio vuole, anche voi, adesso, parlate un po’ meno della Madonna” si ebbe questa risposta, dignitosa e pertinente: “Sì, è vero: forse ne parliamo un po’ meno, ma in compenso ne parliamo meglio!”

E non c’è veramente bisogno di spiegare come, ripeto, la quantità nuoccia spesso alla qualità del discorso su Maria.

Ad esempio intorno al 1950 si ebbe una specie di “corum” mariologico.

Nell’arco di pochi anni più di 100.000 libri sulla Madonna, e una quantità rilevante di congressi, nazionali, internazionali e mondiali!

Ma ahimè, dobbiamo dire, che su questi libri e in questi congressi si trattavano alle volte temi che oggi, in clima di Riforma conciliare, sono decisamente considerati con sospetto (ad esempio: durante la sua vita terrena la Madonna ebbe la visione beatifica? La si può indicare, insieme a Cristo, “capo del Corpo Mistico della Chiesa? Il Risorto è apparso innanzitutto a lei? ecc. ecc.).

Ebbene, tutte queste questioni sono diventate, oggi, molto marginali, mentre invece sono riemersi i temi veramente fondamentali della mariologia: e cioè ad esempio il suo posto preciso nei confronti di Cristo: nella Chiesa e nella storia della nostra salvezza!

Dunque, ripeto: anche se forse si parla un po’ meno della Madonna, se ne parla meglio: in modo e in forme più corrette: Bibbia alla mano, per esempio, o anche soltanto seguendo le indicazioni di un sano “realismo” e del nostro buon senso. Soprattutto poi evitando gli squilibri dei quali, inevitabilmente, aveva sofferto il “corum” della mariologia.

Ne cito qualcuno qui perché credo che tutti abbiamo bisogno un poco di disintossicarci al riguardo!

L’orientamento di fondo di certa Mariologia era (ed è ancora ) caratterizzato da uno spiccato atteggiamento antiprotestante!

Ora, è ben vero che Lutero, circa la Madonna, dice qualcosa di diverso da noi, oppure tace qualcosa che noi diciamo: ma è anche vero che noi facciamo dire a Lutero quello che egli non si è mai sognato di dire.

Lutero stimava la Madonna, le riconosceva il ruolo preciso che Essa ha nella storia della salvezza: e ha scritto dei libri su di lei che noi tutti cattolici potremmo invidiargli.

Orbene, in campo nostro, e proprio per questo atteggiamento critico nei confronti di Lutero, si tendeva ad opporre una esuberante ricchezza di affermazioni mariologiche: si scrutavano sempre nuovi privilegi di Maria: si chiedeva al Magistero della Chiesa che procedesse a sempre nuove definizioni dogmatiche circa la Madonna.

Si dimenticava allora (e si dimentica anche oggi) che non si può mai impunemente perdere il contatto con il tutto, esaltandone e isolandone una parte!

Maria non è una specie di “dea” in assoluto: ma è al servizio di Cristo e della salvezza, nella Chiesa! Si dimenticava poi (e si dimentica) che non si deve alterare la verità nemmeno per troppo zelo! La verità è sempre compromessa; sia che si taccia di Maria quello che le compete e sia che si dica di più di quanto le spetti! Eloquente, a questo riguardo, è una storiella italiana, di cui ci viene garantita la verità.

Un sacrestano aveva un amico che era comunista. Questi, fedele a quanto gli diceva il partito, cercava di indottrinarlo dimostrandogli che Dio non esiste! Il sacrestano, nella sua semplicità paesana, non era certo in grado di contraddire l’amico comunista. Però, alla fine riuscì a trovare l’arma vittoriosa. Gli disse: “Ebbene, anche se Dio non esiste, sappi che esiste pur sempre la Madonna!” E il comunista pare non abbia più saputo che rispondere!

Dunque, questo si voleva dire: non basta un discorso qualunque sulla Madonna!

Santa Teresina, questa grande e intelligente santa moderna, ha di che orientarci, anche su questo argomento.

Innanzitutto se la prendeva con i preti che predicano a braccia sulla Madonna (e ci voleva, allora, e in quel tipico contesto, non poco di coraggio!).

Diceva: “Quando sento delle prediche sulla Madonna, nelle quali non si fa che ripetere degli “ah” e degli “oh” sui privilegi e sulle grandezze di Maria, il mio animo rimane arido. Che ci presentino, i preti, una Madonna finalmente “imitabile”! Se fossi stata sacerdote, come avrei predicato in modo diverso su di lei!

Per esempio avrei detto innanzitutto che anch’essa ha dovuto vivere di fede!

Poi mi sembra che la sua vita sia stata estremamente semplice: come la nostra!” Tutta questa lunga chiacchierata non era che un prologo, sulla devozione, in genere, alla Madonna! Siatele quindi devoti, sulla realtà e non sui sogni o sui “si dice”! Per esserle devoti, nella realtà, consultate la Bibbia!

È vero, può sembrare che la Bibbia dica poco su Maria: ma io credo invece che dica a sufficienza, per venerare una Madonna estremamente seria, autentica, vera!

E poi puntate, nella devozione alla Madonna, alla sua “imitabilità” ! “La sua vita era molto simile alla nostra! Anche lei ha dovuto vivere di fede e di semplicità!” diceva Santa Teresina. Dopo di che ci sarà consentito anche di sentircela Madre e Regina (“più Madre che Regina” dice Santa Teresina) e affidare figlialmente a Lei la nostra santità!

Mi permetto di tentare ancora un discorso sulla Madonna che vi tocchi più da vicino, un discorso che potrei anche intitolare “la Madonna casalinga” non inventando nulla, ovviamente: ma semplicemente traendo delle conclusioni molto realiste e probabili, da quanto la Bibbia ci racconta di lei.

Lo intitolerei così: “la Madonna era bella, era brava, era buona!” (La Madonna dei tre “B“!).

1) la Madonna era bella . Noi questo lo sappiamo, perché è una verità che consegue almeno da due dogmi mariani: la Immacolata e l’Assunta.

Colei che fu concepita senza macchia di peccato, non conobbe lo sfregio della bruttezza e della corruzione.

Ne deriva un primo insegnamento. Una giusta valutazione e cura anche del nostro corpo, non si oppone al Cristianesimo! Anche il corpo è di Dio! E la Bibbia dice: ” Vide Iddio che tutte le cose che aveva fatte erano davvero ben fatte!” Ecco perché c’è in noi un istinto della bellezza anche del corpo, come c’è alla bontà e alla verità. Siamo fatti anche per il bello e ci piace. Non possiamo negare un problema che esiste e che è legittimo: dobbiamo soltanto cercare di risolverlo bene!

Satana disse ad Adamo ed Eva, tentandoli: “Sarete come dei!” Questa parola era tutt’altro che una sciocchezza. Satana stuzzicava un istinto che Dio stesso aveva messo nel cuore dell’uomo, “fatto a sua immagine e somiglianza”. Ma il demonio suggerì una strada falsa. San Tommaso fa notare che l’uomo peccò non desiderando la somiglianza di Dio, ma puntandovi in un modo disordinato.

Così avviene della bellezza. L’uomo idolatra spesso il corpo e la sua bellezza, dimenticandone o negandone la funzione destinatagli da Dio. Il corpo è involucro dell’anima, è astuccio alla perla, è cornice all’opera d’arte.

Curiamo dunque innanzitutto l’anima e tutto diventerà bello, anche fuori di noi, per riflesso di lei!

Io non immagino, ad esempio, che la Madonna e i santi fossero sciattoni, trasandati, messi su in qualche modo nella loro persona e nel contesto in cui vivevano ed operavano.

Certo, non erano anche dei pignoli, dei fissati, ad esempio nell’ordine e nella pulizia! Però, sciattoni no!

Piuttosto l’ordine, la pulizia e la bellezza esteriore rifletteva naturalmente l’ordine, la pulizia e la bellezza che ci avevano dentro.

Per questo nessun artista ci ha mai dipinta o scolpita una Madonna che non fosse estremamente bella!

Fu chiesto un giorno a Bernardetta di Lourdes: “La Signora era giovane?” Rispose “No!” “Allora era vecchia?” “Oh no, tanto meno” rispose Bernardetta. Poi soggiunse “Non era né giovane né vecchia: era bella!” E poi, quando vide la prima volta la statua della grotta, fuggì inorridita esclamando “Ci si dovrebbe vergognare di fare la Madonna così brutta!”. Non sorridete di queste indicazioni, quando vi dico: le donne nella loro quotidianità devono cercare di essere giovani e carine! Voglio dire: se non proprio tutte giovani e belle esteticamente, almeno tutte “simpatiche” che è una forma di esprimere la bellezza interiore!

Pensate al Santo Curato d’ Ars : non era affatto bello (fisicamente!) e quando parlava, tartagliava anche un po’! Ma era estremamente simpatico, tanto che venivano da tutto il mondo per vederlo ed ascoltarlo!

Nelle loro attività quotidiane le donne abbiano tanta pazienza e altrettanta gentilezza! Facciano bene quello che devono fare, magari dando anche un “tocco” di grazia al loro lavoro! Le cuoche poi… Ma sapete che si può lodare Dio e rallegrare i famigliari, gli amici perfino con un piatto nuovo e ben cucinato?

Penso che la Madonna facesse proprio così! E anticipava a questo modo uno dei canoni della santità moderna. Una volta non si sarebbe mai detto ad una bella giovane: serviti anche della tua bellezza per fare del bene! Oggi invece, sì!

Si racconta nella vita del servo di Dio, Fratel Teodoreto, direttore delle Scuole dei Fratelli di S. G. B. De la Salle, che un giorno, passando per i corridoi, vide un giovane fratello pallido, teso, mentre faceva lezione. Lo chiamò, lo portò in cantina, gli sturò una bottiglia di quello buono e gliene fece bere un bicchiere o due. Poi, gli disse: “Adesso va! La lezione la farei meglio!” Il biografo commenta: “Mi piacciono i santi che vanno in estasi, sollevandosi da terra: ma un santo che scende in cantina per ristorare un giovane fratello deboluccio e stanco, lo preferisco di più!”

Oggi non si capisce come le cose che non piacciono agli uomini possano piacere a Dio! Perché Dio, in verità, è Bello! E’ bello perché è il Santo per eccellenza! E’ la Bellezza! Sant’Agostino nelle sue “Confessioni” lo chiamava proprio così quando diceva: “Ti ho amato troppo tardi, Bellezza così antica e sempre nuova! Ti ho amato troppo tardi!”

Dunque: la Madonna era bella anche lei e amava e offriva delle cose belle a tutti! Belle però (attenzione) perché erano anche ben fatte!

2) Allora la Madonna era anche “brava”! Brava vuol dire, innanzitutto, che faceva, il più perfetto possibile, quelle cose che le toccava di fare! E anche questo lo deduciamo dalla sua santità.

Infatti, la santità prevede anche sempre l’assolvimento diligente e preciso di quei doveri che chiamiamo “doveri di stato” e che, attraverso all’ubbidienza, coincidono col vivere ognuno la propria vocazione specifica!

C’è un episodio nella Passione dolorosa di Gesù, che mi ha sempre fatto riflettere molto. Quando Gesù fu crocifisso, i soldati (secondo l’uso del tempo e più ancora secondo le profezie) si divisero fra loro i suoi vestiti. “Fecero di ogni indumento quattro parti” dice il Vangelo “ma la tunica no. Siccome era tessuta tutta di un pezzo, la affidarono alla sorte, giocandosela con i dadi”. Doveva quindi essere una tunica più che dignitosa e ancora in buono stato. Diciamo: una bella tunica, fatta bene: si direbbe a regola d’arte. Probabilmente gliel’ aveva tessuta la Madonna!

Non credo che il particolare sia da buttare, come non è da buttare, ancora meno, quel racconto del Vangelo che prevede Maria in casa di Elisabetta.

Noi ci fermiamo, per lo più, all’aspetto teologico dell’episodio e mi sta bene. Maria cioè, già madre di Dio, che media, con la sua presenza fisica, l’incontro di Cristo con Elisabetta e con Giovanni, già vivo, anche lui, nel seno di sua madre!

Ma poi il Vangelo annota che Maria rimase in quella casa fino alla nascita del Bambino. E non certo a cantare tutti i giorni il bel salmo del Magnificat (seppure lo ha cantato lei, o se le è stato attribuito in seguito!).

Vi prego, sorelle: leggiamo fra le righe. Immaginiamo (e senza sognare!) il “servizio” singolare di Maria presso la vecchia cugina in un momento così singolarmente delicato: dire che ha fatto di tutto, letteralmente, lascia capire l’impegno di questa giovane donna, piena di intuizioni, capace di industriarsi nei momenti di emergenza: soprattutto instancabile, giorno e notte (immagino!) attorno al letto della partoriente, a renderle i più umili e necessari servizi.

Ma che dire poi della carica di amore da cui fu avvolto l’intero episodio? Ecco, la Madonna “brava” di cui intendevo parlarvi e che, mi auguro, voi sentiate vicina alle vostre occupazioni e preoccupazioni quotidiane!

Memori, semmai, che la gente, oggi, giudica proprio da qui: da questa “bravura” ed “onestà” professionale nel compiere bene, e tutto, il vostro dovere!

La santità non ammette che si bari su questo punto. A voi, probabilmente, non sarà chiesto un giorno se avete studiate le strade della mistica teresiana o la Summa Teologica di San Tommaso d’Aquino! Vi sarà chiesto invece se avrete esercitato, straordinariamente bene, le vostre occupazioni così ordinarie! Naturalmente, per arrivare a questo, vi occorre una terza “B”, la Bontà!

3) La Madonna fu soprattutto Buona: Santa!

Ed è proprio questa sua bontà – santità che dava significato e valore e calore a tutte le altre sue qualità fisiche e morali. Di Maria si direbbe ben poco, o nulla, se si dicesse che era solo “bella”o soltanto “brava”! Ci sono delle donne che ho l’impressione che siano soltanto “carine”! E mi fanno un po’ preoccupazione!

Santa Teresa d’Avila metteva in guardia le sue monache, per esempio, dalla vanità. E diceva: “La vanità può annidarsi perfino nella piega del velo!” E la Bibbia conferma: “La grazia è ingannevole: la bellezza è vana!” Ovviamente: quando non sono sorrette dalla santità! Così come mi fanno paura certe donne soltanto “brave”! Anche questa è una grossa tentazione nelle nostre comunità!

La bravura! Brave infermiere, brave maestre, brave cuoche! E poi non sono sante! E allora le bravure senza la santità sono come trampoli fragili dai quali si può sempre cadere nel precipizio!

La Madonna invece, ripeto, era soprattutto buona e santa!

Angelo Silvio Novaro, in una sua poesia, immagina la Madonna così, fin dai suoi più teneri anni:

Negli orti brevi di Nazaret crescevi, o figlia di Gioachino e di Anna!

E docile come la canna, eri: e buona come la manna!”

Docile e buona, dunque: in queste due parole possiamo compendiare tutta la santità di Maria! E tutto la mostra docile, innanzitutto, come la canna che si lascia piegare e portare dovunque, dalla mano dell’obbedienza!

C’è bisogno di raccomandare qui quella obbedienza che già San Benedetto, parlando ai suoi Religiosi, chiamava ” il Bene dell’obbedienza”?

E cioè: il primo Bene, per eccellenza? Non ha redento Gesù Cristo gli uomini soprattutto con l’obbedire?

San Paolo lo dice chiaramente: “Come per la disobbedienza di uno solo, Adamo, siamo stati fatti tutti peccatori, così, per obbedienza di uno solo, Gesù Cristo, siamo stati tutti salvati e santificati”.

Ah qui, veramente, in questa obbedienza, suggerita e alimentata dall’Amore, tutti gli uffici, o mestieri, o servizi, diversi magari tra di loro, trovano la loro riconciliazione e il motivo della loro identica dignità!

A fare la manager o a scopare i pavimenti, l’Amore obbediente stabilisce chi sarà la più grande nel regno dei cieli: e cioè, quella che avrà amato di più: quella che avrà obbedito di più!

Se questa verità fondamentale non entra nella nostra testa, come un chiodo fisso, sono inutili tutte le nostre altre belle chiacchiere! Anzi, sono tremendamente equivoche e dannose. Vi dirò di più! Fuori dell’obbedienza, sono perfino compromesse le altre virtù! Fare l’elemosina, ad esempio, oppure portare il cilicio sulla carne, oppure esercitare, anche bene, un’altra professione, che però non è la nostra!

Dio non ci chiede di andare a salvare il mondo fuori dall’obbedienza: ma di salvarlo dentro l’obbedienza, come ha fatto Santa Teresina, chiusa nel suo Carmelo! Questa è teologia!

E per questo motivo, poteva dire San Martino da Porres, un frate laico domenicano che visse nell’umiltà e nell’obbedienza tutta la sua vita di Religioso, accennando alla scopa: “Anche questa è teologia! ” Quando fu fatto santo, la sua scopa comparve anche lei, sullo stendardo della Basilica di San Pietro, a partecipare della sua stessa gloria! Dunque: “docile come la canna” la Madonna!

E poi, dice la poesia, “buona come la manna!” E anche questo è un paragone prezioso.

La manna era, lo sapete, quel cibo misterioso del deserto, che possedeva in sé, dice la Bibbia, “ogni sapore e ogni dolcezza!” Indica quindi il complesso e l’equilibrio di ogni virtù!

E qui, allora, chi più ne ha, più ne metta! Le virtù, è noto, sono tante e sono tutte radicate nell’Amore!

Ci sono le tre virtù teologali e le quattro virtù cardinali, che sono come le “matrici” di pressoché innumerevoli virtù, cosiddette “minori”, anche se sono ben grandi ed importanti anch’esse! Io vorrei esortarvi qui, se me lo permettete, a fare attenzione a quelle virtù che sono dette “umane” (anche se poi derivano anch’esse dalle Teologali e dalle Cardinali!).

Virtù umane, perché sono piccole, perché anche la gente le capisce subito e le apprezza: virtù umane perché le occasioni di esercitarle sono più frequenti e diventano un po’ il tessuto del nostro vivere quotidiano!

Ve ne cito qualcuna: l’umiltà, la semplicità, la pazienza, la serietà, la giocondità, l’affabilità, la signorilità, il tatto, la modestia, la discrezione, la pulizia, la finezza, la sincerità, la mansuetudine, la gratitudine, ecc, ecc.

Ecco, dire della Madonna che era ” buona come la manna” vuol dire pensare in lei tutte queste virtù che le conciliavano la simpatia della gente!

Vedete: con certi santi non si sta troppo volentieri insieme! Chissà perché: forse si teme il loro giudizio! E allora abbiamo forse un poco paura di confrontare le nostre piccolezze con la loro grandezza!

Ma io credo che la gente non avesse alcuna soggezione di stare con la Madonna (come con Gesù, del resto!) perché le cosiddette “piccole virtù” le davano un’immensa carica di simpatia! Cercatele anche voi queste virtù: amatele e praticatele: sarete sante. Dunque: “bella, brava, e buona” la Madonna. Questo ritratto di nostra madre deve tentarci alla imitazione!

1) Bella! Intendiamoci: la bellezza fisica ad esempio può anche, in parte, non dipendere da noi.

Certo dipende da noi il non darle un eccessivo e disordinato interesse! Se perdessimo troppo tempo per la pur necessaria toeletta del corpo, a danno della toeletta dell’anima (un po’ di meditazione, di preghiera, di esame di coscienza ecc.), finiremmo di compromettere anche la stessa bellezza fisica oltre che quella morale! (Guardate che una bella ragazza ad esempio, ma stupida, non è nemmeno bella!).

2)Essere brave, abbiamo detto, è un dovere preciso e grave! Non certo per esibizionismo, per vanità, ma perché attraverso il compimento esatto e fedele del nostro dovere di stato, il nostro cristianesimo si faccia testimonianza.

Diceva Gesù: “Splenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché essi glorifichino il Padre vostro!”

3) E tuttavia, abbiamo detto: non basta ancora essere soltanto belle e brave!

Fino ad un certo punto ci possono arrivare anche i figli e le figlie delle tenebre, dei quali diceva Gesù che alle volte “sono più abili dei figli della luce!”

Ma i figli e le figlie della luce devono farsi “buoni” davanti agli occhi di Dio, nel segreto della coscienza, con l’aiuto della grazia! “E il Padre, che vede nel segreto ne darà la ricompensa!” Ci riusciremo? Io credo di sì, perché il Signore lo vuole e ci aiuta! Magari non subito subito! Ma non dobbiamo stupirci nemmeno di questo!

Quest’anno facciamo il centenario (quarto centenario) della morte di Santa Teresa di Gesù! Ebbene anche lei non ce l’ha fatta subito subito.

Proprio per rimanere in argomento, diceva a se stessa: “Si racconta in giro che io sono bella, spiritosa e santa! A me piace di essere bella e spiritosa! Della santità non so che farmene!”

Eppure, dopo i 40 anni incominciò a capire che essere soltanto bella e spiritosa è troppo poco: e puntò ad essere una santa, come Gesù voleva da lei!

Dunque: abbiamo pazienza anche noi e guardiamo magari, con realismo, ai tempi lunghi! Per intanto, subito, incominciamo a desiderare di essere santi! È già molto! E’ già tutto!

E poi preghiamo la Madonna: di conoscerla di più e meglio! di amarla come Lei ci ama! di tentarne l’imitazione, perché per questo Dio ce l’ha data per madre.

Una madre pulita di bambini sporchi: ma proprio perché essa ci lavi e ci purifichi, come fanno le mamme con i loro bambini, tutti i giorni, con grande amore!

Tutti i giorni, ho detto! Sì, perché tutti giorni ne abbiamo bisogno. Allora vi suggerisco una giaculatoria, da aggiungere alle litanie della Madonna! Dice così:

“Nostra Signora di tutti i giorni feriali, abbi pietà di noi!”

Amen. Così sia!”

Don Giuseppe Ruata

(1916-1997)

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